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“Capitolo Terzo: la vita in fraternità.”

Il terzo è l’ultimo capitolo della regola OFS. Non certo l’ultimo per importanza, né tantomeno quello da approfondire di meno, vista la tematica di cui esso tratta. Si parla, negli articoli che vanno dal nu-mero 20 al numero 26 della “Vita in Fraternità”.

Negli articoli precedenti si sono messi in evidenza quelli che sono gli aspetti della vita personale di cia-scuno che alla luce della fede devono essere vissuti e concretizzati nel “secolo”, ovvero nella vita di tutti i giorni. E se la secolarità, nella sua dimensione umana, è stata presentata come prima condizione perché il laico francescano possa essere testimone autentico del messaggio di Gesù nella quotidianità, la vita di fraternità diventa ora riferimento essenziale, sempre per il laico francescano, per la personale crescita cristiana e francescana.

La Fraternità, intesa come stile di vita, diventa tale se parte da una vita in fraternità. Parte, cioè, da un ritrovarsi assieme ad altre persone che, bisognose di sentirsi “grandi” nella fede, trovano nell’altro, nella persona messa a fianco dal Signore, quell’aiuto, quel sostegno per camminare e per crescere.

Il luogo, la fraternità, dove ritrovarsi, come francescani secolari, per approfondire la Parola di Dio, condividerla con altri, renderla concreta attraverso l’esperienza di vita.
Il luogo, la fraternità, dove attingere e dove riportare. Il luogo, la fraternità, dove arrivare e da dove ripartire. Il luogo, la fraternità, dove fare esperienza di piccola comunità ecclesiale, piccola cellula, che unita a tante altre della propria regione, della propria nazione, del proprio continente, contribuiscono a formare una significativa parte della grande famiglia della Chiesa nel mondo.
Difficile, forse impossibile, presentarsi al “mondo” come francescano secolare, senza fare esperienza continua di vita di fraternità.

Da qui, il bisogno di avere una vita strutturata, organizzata, disciplinata, perché ciascuno possa essere accolto, ascoltato, rispettato, coinvolto, fatto sentire parte integrante e protagonista.
Ecco, dunque, il significato di questo capitolo Terzo, che, tra le sue norme, mette in evidenza sia l’importanza dell’unione organica delle fraternità attraverso la responsabilità della guida, sia l’importanza dell’appartenenza ad una “ nuova famiglia” che non sostituisce né la grande famiglia dei figli di Dio, né tantomeno quella di carne, ma anzi le rafforza e aiuta a farle diventare punti di rife-rimento nella propria condizione umana e spirituale.

E così come ogni singolo francescano secolare è inviato e invitato a non procedere da solo, così ogni singola fraternità, è chiamata ad essere parte integrante dell’Ordine Francescano Secolare nella sua mondialità. Un unico corpo, un unico stile.
Così come ogni singolo componente della fraternità è importante quanto gli altri per la vita fraterna del gruppo a cui appartiene, così ogni singola fraternità esiste in ragione dell’altra, è parte fondamentale dell’intero Ordine Internazionale. Nessuna è chiamata a vivere per conto proprio, staccata dalle altre, ma esiste in ragione delle altre.
La fraternità locale è parte della fraternità regionale. Che a sua volta è parte di quella nazionale. Che a sua volta è parte della fraternità mondiale. Le suddivisioni in zone, regioni, nazioni, continenti, assu-mono importanza solo ed esclusivamente a livello tecnico, favorendo una migliore organizzazione, un miglior coordinamento, una migliore valorizzazione delle iniziative locali nel rispetto delle specifiche culture e dei percorsi di fede.

Ma il francescano secolare è sempre tale in qualsiasi parte del mondo esso si trovi a vivere perchè la famiglia francescana secolare è una sola.
Ecco perché l’unità non è tale solo ed esclusivamente perché è un’unione scritta sulla carta, ma lo è perché, mossa dall’azione dello Spirito, si basa su norme concrete, perché è caratterizzata da uno stile preciso, è motivata da un’unica verità, quella di Gesù. Così come lo stesso San Francesco d’Assisi volle anche per i suoi primi seguaci la cui vocazione era quella di vivere una vita evangelica secondo uno stile secolare.