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Conclusione delle attività di Pastorale Familiare prima della pausa estiva

Domenica 30 giugno, con l'ultimo weekend formativo per le coppie di fidanzati e sposi, si è concluso il cammino dal titolo "Famiglia: fede, lavoro e festa", organizzato dal gruppo di lavoro per la pastorale familiare dell'Ordine Francescano Secolare di Sardegna.
Quest'anno si è presentata l'opportunità di invitare ad uno degli incontri un ospite esterno, si è riconosciuto in questa opportunità un tesoro da condividere con tutti, per cui è stato organizzato il convegno-testimonianza "Matrimonio: tomba dell'amore o via per il paradiso?”, che si è tenuto il 23 giugno presso i locali del Seminario arcivescovile di Cagliari, ospitando oltre 350 convenuti.
Il convegno, dal titolo volutamente provocatorio che si presta al ludibrio o all’approvazione, è stato una preziosa occasione per incontrarsi ed incontrare… inizialmente pensato per le sole famiglie francescane, è stato aperto alla partecipazione di tutti, quale strumento di annuncio, di evangelizzazione.
La risposta è stata immediata e di notevole entità, tanta è la ricerca e il bisogno di incontrare Cristo, in un tempo in cui il laicismo spinge con forza al rifiuto di Dio propondone un’idea falsa, feticista e retrograda.
L’occasione per parlare di noi, di Dio e dell’incontro con Lui soprattutto all’interno della nostre famiglie è stata offerta dalla condivisione di vita donata all’assemblea dei presenti dall’attesissimo ospite: Enrico Petrillo e da una ispirata catechesi presentata da fra Vito D’Amato (ofm).
Enrico ha raccontato la storia d’amore, di sofferenza, di fede che ha vissuto e tutt’ora vive con sua moglie Chiara Corbella e i loro tre figli Maria, Davide e Francesco.
Chiara ed Enrico hanno avuto tre bambini, i primi due Maria e Davide, sono nati con gravi malformazioni, diagnosticate durante la gravidanza, tali da impedire loro di sopravvivere se non per i pochi minuti sufficienti a dare loro il battesimo ed essere accompagnati dai genitori alla nascita al cielo, due bambini nati non per essere usati come “pezzi di ricambio”, come le menti più filantropiche suggerirebbero, ma semplicemente per trascorrere in terra con i propri genitori il tempo loro concesso.
Dopo le prime due gravidanze, la terza porta alla nascita di Francesco, ma a Chiara durante la gestazione viene diagnosticato un carcinoma alla lingua estremamente aggressivo: i coniugi scelgono di rimandare le cure perché il prezzo da pagarsi avrebbe dovuto essere la vita del piccolo. Al compimento del primo anno di Francesco Chiara è volata in cielo.
La scoperta della realtà trascendente della nostra vita offre una lettura nuova di una storia che generalmente il mondo definirebbe tragica, quel mondo che “stacca la spina”, che vuole a tutti i costi impedire la nascita di “bambini infelici”, che difende a spada tratta, pseudo diritti frutto delle velleità egoistiche degli adulti, ma che ignora, offende e umilia i diritti dei piccoli!
Questa realtà trascendente si manifesta con forza e semplicità nella storia di Enrico e Chiara, che sta avendo un particolare risalto mediatico anche perché vede Chiara affiancata alla figura di Santa Gianna Beretta Molla. Storie simili ma non uguali, quelle di Chiara e Gianna, anche perché di fronte all'atto eroico di Gianna di dare la vita per un figlio, si pone una scelta di vita, nel vero senso della parola, intrapresa da una coppia di sposi, Enrico e Chiara, che scelgono, non di “dare la vita per un figlio”, ma di “dare la vita ai figli”!
Al di la, della specificità della storia di Enrico e Chiara, sulla quale non ci soffermiamo ma invitiamo il lettore eventualmente a documentarsi altrove (è stato appena pubblicato un libro biografico e si trovano numerose notizie sia su internet - www.chiaracorbellapetrillo.it - che sulla stampa), il messaggio di Enrico è stato chiaro: la coppia nel matrimonio, icona della trinità, è lo strumento dato ai coniugi per raggiungere la santità! Riprendendo le parole di Enrico: "Chiara ha fatto centro nella vita, ora è con chi l'ama più di me!".

La giornata ha avuto inizio nella preghiera, con l’invocazione dello Spirito Santo, guidata da fra Giuseppe Carta (ofm), uno dei tre Assistenti regionali dell’OFS. Il Ministro regionale dell’O.F.S., Mauro Dessì, ha avuto il compito di presentarsi e presentarci quali organizzatori, francescani secolari in cammino e in servizio verso gli ultimi, illustrando le peculiarità che contraddistinguono il carisma del francescano secolare: camminare nella fede nell’OFS significa anche non tenere per se i doni ricevuti ma condividerli soprattutto con i poveri e gli ultimi. “Se in spiaggia stringi la sabbia nel pugno, ti scappa via piano piano dalla mano, ma se affondi la mano nella sabbia e sollevi il palmo offrendola all’altro essa rimane nel tuo palmo!”.
Quindi la testimonianza di Enrico: vera, dettagliata, profonda! Enrico ha presentato a tinte forti l’esperienza di due giovani cristiani, poi fidanzati, poi divenuti sposi, che si sono ritrovati a vivere l’ordinaria straordinarietà degli eventi della propria storia. Fra il lasciarsi e ritrovarsi del tempo del fidanzamento, un cammino che ha condotto i due al matrimonio, nel discernimento con l’ausilio del direttore spirituale, poi il susseguirsi di eventi che hanno condotto i due a ritrovarsi sempre più uniti: “Abbiamo pianto, ma nella croce ci siamo tanto amati di più!”; amato al punto di lasciare andare via una moglie, verso “chi l’ama più di me” dice Enrico, quel Dio che non puoi contenere, infatti “se vuoi un dio piccolo come il tuo cervello, che fa tutto ciò che vuoi tu, è una cosa tristissima!”.
La testimonianza culmina in “Mia moglie ha fatto centro nella vita, il matrimonio è accompagnarsi insieme in Paradiso, lei è li” e ancora descrivendo la scelta vocazionale: “Chiara ha scelto me nel matrimonio, non Francesco (ndr il figlio più piccolo di Enrico e Chiara)! Francesco è il frutto del nostro amore!”. Fra una battuta e una lacrima Enrico ha entusiasmato tutti i partecipanti.
E’ la volta di fra Vito D'Amato, padre spirituale dei due coniugi che si è ulteriormente soffermato sul fatto che i coniugi sono in un cammino di santità in cui l’amore aiuta a superare le difficoltà e le difficoltà fanno si che all’interno della coppia l’amore cresca.
Dopo il pranzo al sacco è stato dato un breve spazio a Luca Piras, Consigliere regionale OFS e delegato presso il consiglio regionale GiFra e Nicola Battino, vice presidente regionale GiFra, per raccontare ai presenti lo stile e le attività della Gioventù Francescana, chiude le presentazioni la Vice Ministro regionale OFS, Francesca Chiu, che parla del cammino francescano per i nostri bambini: le fraternità degli Araldi e Araldini.
Si è proseguito con la proiezione di un filmato inedito sulla vita di Chiara ed Enrico, si è dato spazio alle domande dei presenti che hanno ricevuto conferma che nel fidanzamento bisogna imparare a perdere, perché il matrimonio sia vissuto nel donarsi e non nell’appropriarsi dell’altro.
Al termine della messa conclusiva, che “da senso e significato a tutto il nostro stare insieme di oggi”, il commiato di Mauro Dessì: “Oggi ho scoperto che a fianco a Chiara c’è un uomo con una fede profonda e solida! Oggi molti non sono venuti perché hanno preferito andare al mare ad abbronzarsi, noi torniamo a casa abbronzati dentro!”.

Un desiderio accomuna i commossi partecipanti al termine della giornata: la voglia di gridare al mondo che noi famiglie cristiane e francescane ci siamo e abbiamo qualcosa da dire a tutti: “Siamo nati e non moriremo mai più!”.

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